A proposito di sognare in grande…
Vestire la maglia del Pegaso non è solo l’atto formale di indossare una T-Shirt, è molto di più. È un simbolo che racchiude le esperienze di quanti l’hanno indossata ed è qualcosa che ti rimane addosso per sempre, anche quando per vari motivi, logistici, di studio o altro non la indosserai più.
Lo squash è e rimane uno sport individuale. Come dico sempre ai ragazzi, devono prepararsi ad affrontare da soli o con poche persone di fiducia i problemi che via via si troveranno davanti, soprattutto se dovessero intraprendere un’attività di alto livello. Tutto quello che avranno imparato nell’attività giovanile li aiuterà nel loro cammino, la stessa disciplina e il rispetto delle regole diventerà una forma di auto-disciplina che è propria di ogni buon atleta. L’aver condiviso sacrifici ed emozioni con la propria Squadra sarà un valore aggiunto che li aiuterà a destreggiarsi nel difficile ma affascinante mondo dello sport. Per questo lo Squash Club Pegaso da 15 anni cerca di insegnare il valore e l’importanza di essere Squadra e se i suoi risultati potranno essere letti in vario modo, nessuno potrà negare il Pegaso è un Team nel senso più alto della parola.
Questa introduzione perché vorrei parlarvi di un gruppo di giovani piovenesi che hanno fatto parte della nostra Squadra, ragazzi in gamba. Per farlo dobbiamo andare indietro di una quindicina di anni. Al tempo eravamo impegnati a dar vita al progetto Scuola Squash, chiamati dalla Federazione a creare una base per il futuro dello squash italiano ridotto in quel momento a pochi junior. Il progetto veniva sperimentato in particolare nell’Alto Vicentino, a Marano, Zané, Santorso e in particolare a Piovene, prima di essere esportato in altre città italiane. Tutta l’attività scolastica confluiva nello Squash Club
Il campo "mobile" di Piovene
Pegaso che si occupava dell’inserimento nell’agonismo dei giovani atleti compresi quelli residenti nell’Alto Vicentino i quali, per ovvi motivi logistici, si allenavano nei campi scolastici “mobili” di Marano e di Piovene, originale idea del progetto Scuola Squash.
La presentazione dello squash o meglio del mini-squash veniva fatta al mattino nei vari Istituti Scolastici. Dei vari incontri con gli alunni delle elementari e delle medie ricordo con piacere l’interesse generale suscitato da questo nuovo sport sconosciuto ai più e tra i tanti sguardi ansiosi di provare questa disciplina ne ricordo nitidamente alcuni, sguardi in cui si era accesa una inequivocabile scintilla. Ricordo ad esempio un ragazzino di nome Marco, Marco D’Adam, che i suoi compagni di V elementare chiamavano “tappo” per la sua statura minuta (ora è ben sopra i 185 cm..) e che subito mi stupì per la sua agilità nel campo allestito con i materassoni della palestra e per i suoi colpi potenti e precisi. Ricordo Alberto, Alberto Matteazzi, un ragazzino serio e determinato che fin dai primi colpi eseguiva senza problemi boast e volée, aiutato anche dai trascorsi nel tennis. E poi ricordo una ragazzina, anzi una ragazzona dato che in 1^ media superava i 170 cm di altezza…, che non mi colpì per le
Piovene/Pegaso primi ai Giochi Studenteschi nel 2004. Da sx Elisabetta, Marco, Alberto, Mattia e la prof.
doti atletiche (a onor del vero aveva una certa difficoltà a correre e a piegarsi a causa di un busto portato quasi due anni per correggerne la prematura crescita), ma mi colpì la sua fredda determinazione e la sua lucidità nell’affrontare il gioco, concentrata e solo apparentemente distaccata . Questa ragazzina si chiamava Elisabetta, Elisabetta Priante. Guardandola muoversi in campo difficilmente qualcuno ne avrebbe pronosticato un futuro da atleta ma la forza interiore di Elisabetta avrebbe nel tempo stupito tutti fino a combinarne una di grossa nei giorni scorsi… ma lo vedremo più avanti.
I tre ragazzi proseguiranno il loro percorso agonistico nelle poche ore messe a disposizione dalla polisportiva nel campo “mobile” di Piovene, con alcune puntate al Pegaso, scuola permettendo, per degli allenamenti mirati in vista dei tornei. Apriranno la strada a molti altri giovani atleti che saranno protagonisti in ambito provinciale e regionale. Tra i tanti e a nome di tutti ricorderò un’altra junior del Pegaso, Chiara Brunello, atleta seria e determinata che dimostrerà appieno il suo valore non appena gli infortuni le daranno una tregua.
Nel frattempo Marco da “tappo” crescerà di fisico e di livello divenendo uno dei migliori talenti dello squash giovanile italiano, Alberto diventerà per il appassionati “il poeta” per il suo gioco preciso e fantasioso, Elisabetta perseguirà con testardaggine il suo obiettivo di diventare un atleta, di far fare al suo lungo corpo i movimenti richiesti a una giocatrice di squash.
Tutti e tre conquisteranno numerosi titoli italiani giovanili e di categoria, tutti e tre parteciperanno con la Nazionale a manifestazioni europee e mondiali. Fra tutte l’indimenticabile Europeo del 2009 quando sui 5 convocati della nazionale italiana juniores partecipante ai Campionati Europei di Germering (Germania) tre saranno piovenesi: e saranno appunto Marco, Alberto ed Elisabetta!
L’approdo all’Università di Elisabetta e di Alberto scioglierà inevitabilmente il gruppo piovenese, il primo a risentirne sarà Marco che ad oggi va e viene con lo squash anche se, quando mette piede in campo, è sempre uno spettacolo… Alberto si trasferisce a Padova, studia psicologia, e ben presto si dedica all’insegnamento dello squash accantonando, speriamo momentaneamente, l’obiettivo di essere uno dei giovani atleti della Nazionale italiana del futuro. Elisabetta gioca nel 2012 l’ultima stagione col Pegaso contribuendo con alcune prestazioni di livello internazionale al raggiungimento del 6° posto nel massimo Campionato a squadre è togliendosi la soddisfazione di rubare un game alla pluricampionessa italiana Manuela Manetta, privilegio riservato a poche negli ultimi anni. Alla fine della stagione motivi di studio e scelte personali la portano a rimanere in pianta stabile a Padova entrando così alla corte del team 2001. Saranno due anni interlocutori nei quali per Elisabetta la priorità sarà il raggiungimento della laurea ottenuta brillantemente pochi mesi fa. A maggio scorso la positiva partecipazione agli Europei con la nazionale, poi i fatti di domenica scorsa…
… domenica 8 giugno 2014, Centro Federale di Riccione: una settimana dopo le
2007 - Elisabetta vince i Campionati Italiani U17 sulla Menegozzi
finali a squadre che hanno visto protagonisti i ragazzi del Pegaso, un’altra vicentina si appresta a giocare nientemeno che la finale dei Campionati Italiani Assoluti. La piovenese Elisabetta Priante affronta nella partita più importante della sua giovane carriera l’amica di nazionale Monica Menegozzi. Tra le due c’è una rivalità che risale fin dai tornei giovanili quando spesso era Betta a spuntarla, come nei Campionati Italiani Giovanili del 2007 e 2008. Ma negli ultimi anni Monica è cresciuta ed è lei a presentarsi come favorita. La partita è un incredibile altalena di situazioni, Betta si porta prima sull’1/0 e poi sul 2/1. Sull’11/10 del terzo parziale la piovenese ha il primo match ball ma è brava l’avversaria ad aggiudicarsi 3 punti consecutivi e portarsi sul 2 pari. Il colpo è di quelli duri da assorbire e infatti la Menegozzi si porta rapidamente sul 9/2, a un passo dalla vittoria. Ma Elisabetta, come nella sua indole, non molla. Il suo sguardo freddo e determinato denota fiducia, rimonta fino all’8/9 e poi sul 8/10 deve affrontare 2
2014: Elisabetta vince i Campionati Italiani Assoluti su Monica Menegozzi
match ball per la bolognese. Qui Betta fa il suo capolavoro, non si scompone e infila i 4 punti consecutivi che le valgono il titolo di CAMPIONESSA ITALIANA. La prima vicentina a conquistare un titolo italiano assoluto!
Elisabetta sa che questo è solo l’inizio visto i suoi margini di miglioramento, ma è un gran bell’inizio!
Tanti complimenti Betta per una vittoria frutto della tua tenacia fuori dal comune, la prova di come con determinazione e volontà anche i sogni apparentemente impossibili possono diventare realtà!
Questa è in breve la storia di alcuni ragazzi che hanno fatto la storia del Pegaso, che hanno dato tanto e tanto hanno ricevuto dalla Società e dai compagni di squadra.
Questa è anche l’occasione per accomunare in un saluto affettuoso sia gli atleti che oggi stando portando in alto i colori del Pegaso, da Giuliano a tutti gli altri, straordinari esempi di professionalità, sia quelli che hanno vestito e onorato in passato la maglia della Società.
A tutti loro i più sentiti complimenti per l’impegno, la passione e il fair play sempre dimostrato in campo.
Diego Bertoldo